Nella splendida cornice di Stigliano, presso l’Antico Pastificio Hotel Sarubbi, si è tenuto il Convegno: Questo non è Amore “ovvero” Perché il Dott. Jekyll si trasforma in MR. Hyde? Il Convegno in Basilicata è stato organizzato all’interno della campagna nazionale ENAC contro la violenza domestica e di genere “Nessuna violenza dentro casa”, ha visto la partecipazione di molti cittadini, in particolare di uomini attenti a questo tragico fenomeno.
Relatori del convegno in Basilicata
Organizzato dalla Presidente Regionale ENAC Basilicata, Adriana Domeniconi, sono intervenuti come relatori:
- Adriana Domeniconi – Presidente Regionale Enac Basilicata
- Luciano Buonpensiero – Presidente CAD Basilicata
- Massimo Zullino – Consigliere Regionale e presidente IV commissione sanità
- Annarita Rizzo – Psicologa
- Nicola Lista – Moderatore – delegato Enac Potenza e Presidente Regionale Movimento Difesa del Cittadino
Ospiti d’onore la Giunta Comunale, nelle persone del Vicesindaco Antonietta Marchese, dell’assessore al Bilancio Pasquale Mazzei e dell’Assessore Gianluca Capalbi.
Convegno: questo non è amore
Ha introdotto i lavori del Convegno in Basilicata il moderatore Nicola Lista affermando che:
“Nonostante la sensibilizzazione sulla violenza contro l’universo femminile, nonostante gli strumenti legislativi entrati in vigore – il fenomeno rimane ancora una piaga sociale dura da sconfiggere e da debellare. È un fenomeno che resta spesso sommerso e non denunciato da parte di chi subisce la violenza. Per fronteggiare questo problema è fondamentale la prevenzione e la sensibilizzazione attuata attraverso l’informazione alle donne e mettendo in atto azioni forti, progetti e iniziative che possano infondere fiducia e sicurezza.”
Adriana Domeniconi
A questo proposito Adriana Domeniconi, interviene operando un’introspezione psicologica su una parte dell’universo maschile per capire ed analizzare i meccanismi perversi di alcuni uomini che infieriscono con violenze inaudite sia fisiche che psicologiche nei confronti delle loro Donne.
Da cosa nasce questo odio per il corpo femminile? La risposta più esauriente potrebbe essere dedotta, dopo aver sviscerato il problema, abbracciando varie tematiche dalle dinamiche delle relazioni di coppia a quelle tra figli e genitori.
Dopo un’elaborata introspezione dell’animo e del carattere maschile possiamo arrivare a dedurre, argomenta la Domeniconi, che alcuni uomini non sanno stare senza una Donna accanto, la Donna è lo scudo che lo difende dall’angoscia, dalla solitudine ,dall’idea della morte; per certi uomini il corpo della Donna diventa una dipendenza e, non solo, non riescono a fare a meno della loro presenza, la devono avere sempre accanto perché è lei ad infondere loro la sicurezza che tanto ostentano Quanti uomini, dopo una separazione ,hanno perso tutte le loro certezze ed invece di ammettere la loro fragilità e debolezza hanno riversato la loro rabbia e la loro aggressività contro la ex moglie o ex compagna con l’intento di volerla annientare e distruggere!
Alcune cause
Purtroppo la cronaca nera ci racconta ogni giorno situazioni e storie di questo tipo. Più volte ho parlato, continua la Domeniconi, “dell’invidia del grembo materno” perché è proprio da questo concetto che dobbiamo partire per spiegare quante valenze per un uomo può assumere la presenza di una Donna ;questo sentimento li spinge a tener sotto controllo il corpo delle donne, perché alcuni vorrebbero costantemente tornare in quel paradiso terrestre dove sono vissuti in simbiosi con la propria madre e da cui si sono dovuti separare ; e spesso questo distacco non è avvenuto dolcemente ,ma con difficoltà soprattutto se il rapporto fra loro non è stato armonico.
Ed allora ecco che un certo mondo maschile mette in atto forme di rifiuto, di ribellione e di aggressività per placare il suo ego e ritrovare il suo equilibrio e la sua stabilità psicologica. Certo tutti noi siamo nati dal corpo di una Donna, siamo stati due esseri in uno all’interno del grembo femminile e abbiamo vissuto in comunicazione neurochimica con nostra madre prima di venire al mondo. Il corpo materno era il nostro Eden, ma abbandonarlo per un maschio e una femmina è incommensurabilmente diverso: la Donna si forma sul corpo della madre, avrà il seno per allattare, un grembo per accogliere. I maschi invece, crescendo non hanno le forme del corpo dal quale si sono distaccati, quelle forme che ci legano alla vita e quindi il loro desiderio di rientrare nel corpo delle donne potrà avvenire con amore e rispetto o, al contrario con violenza e rabbia distruttiva!
Costuire un mondo diverso
Quindi per costruire un mondo dove uomo e donna possano camminare mano nella mano rispettandosi a vicenda dobbiamo lavorare tutti con impegno per educare i nostri figli all’ascolto, alla pazienza e alla tolleranza reciproca.
Dobbiamo insegnare al bimbo e al futuro ragazzo che per diventare uomo non serve incarnare il mito del super-uomo, che non ci si deve vergognare a mostrare la propria fragilità e chiedere aiuto, se necessario, che non bisogna nascondere le proprie emozioni e che, a volte, il pianto è liberatorio! Noi genitori ed educatori abbiamo una grande responsabilità per la crescita intellettuale e psicologica dei nostri ragazzi.
Siamo, salvo eccezioni, gli artefici dell’adulto che il nostro bambino diventerà; l’esempio, l’aria e l’atmosfera che il piccolo respirerà in famiglia, saranno i semi che avremo gettato per farlo diventare un uomo responsabile, e con sentimenti che manifestino solo segnali d’amore e di rispetto nei confronti della sua Donna e di tutto il mondo femminile. Infatti l’amore dei genitori o l’assenza di cure sembra influenzare il comportamento del bambino e le sue idee sull’amore, sul come vivere e gestire le emozioni.
Amare i bambini
Un bambino amato sarà un bambino sicuro, sereno e avrà un bagaglio di risorse ed energie per affrontare e superare anche il dolore, la sofferenza e le perdite. L’amore non è qualcosa di innato dentro di noi, ma qualcosa che si coltiva attraverso l’esempio, la ricerca e la crescita personale. Un bambino non amato al contrario subirà “una ferita, fatta di disagio, di possibili difficoltà e di disadattamenti” Il bambino non amato che ha sperimentato l’assenza, l’umiliazione porta con sé una quota di dolore che con gli anni può trasformarsi in comportamenti violenti. La vittima può trasformarsi in carnefice, chi subisce passivamente, nel passato, può infliggere sofferenza all’altro, nel presente; chi sente di aver subito un’ingiustizia può colpevolizzare l’altro che diventa capro espiatorio di un malessere che trae origine da dinamiche familiari passate.
Chi ha sperimentato l’abbandono “ieri” può coltivare l’idea che solo il possesso e la minaccia possono tenere legati a sé “oggi” le persone amate, per la paura drammatica e angosciante di rivivere un altro abbandono. E’ triste ed assurdo, concluda la Domeniconi, che ancora alle soglie del 2020 ci sia la necessità di difendere e tutelare in tutte le sue sfaccettature l’universo femminile. Il nostro intento deve essere quello di far sì che si educhino i giovani verso l’altro dove Uomini e Donne possano rispettarsi vicendevolmente e percorrere un iter e una strada che li conduca alla felicità o ad una meta predefinita per creare insieme un mondo migliore. Raccomando all’altra metà del cielo di denunciare immediatamente qualsiasi sopruso allo sportello antiviolenza ENAC al numero verde 800 146 541 affinché determinati abusi e violenze non sfocino in tragedie.
Massimo Zullino
Il Consigliere Regionale, Massimo Zullino, nel condividere la disamina della Domeniconi, riflette sulla necessità di sanare le carenze enormi di una sanità ferita, lacerata e dilaniata da una incapacità atavica Stiamo risolvendo molte delle numerose problematiche che ci si sono appalesate in seno a tale criticità, afferma Zullino, e faremo del nostro meglio per permettere alle nostre pazienti e a tutti di usufruire di condizioni atte alla risoluzione delle malattie e restituiremo una identità ai malati attraverso le cure e una sensibilità e umanità maggiore, legata anche al territorio.
Luciano Buonpensiero
Luciano Buonpensiero, Medico ,Responsabile CAD di Venosa, interviene a questo proposito esponendo la difficoltà delle Donne abusate, massacrate di percosse inferte dal proprio compagno, che all’arrivo in Pronto Soccorso, sono smarrite, scioccate e, soprattutto, restie a formalizzare una denuncia contro il carnefice per la paura di essere, di nuovo, violentata sia a livello fisico che a livello psicologico come una lama invisibile che dilania l’anima. Si dovrebbe cercare di istituire, conclude il Buonpensiero, ambienti più soft ed accoglienti per permettere alla Donna di trovarsi più a suo agio.
Anna Rita Rizzo
Chiude i lavori di questo delicato problema, Anna Rita Rizzo, Psicologa, che afferma, con una attenta disamina, come la violenza di genere sia un fatto culturale. Nonostante l’emancipazione femminile viviamo in una società patriarcale arcaica dove la Donna per una parte dell’universo maschile è un oggetto di proprietà. La violenza, come tutti i peggiori dei mali, va monitorata fin dalle prime forme e manifestazioni, laddove non arriva la famiglia, devono intervenire le istituzioni. La maggior parte delle violenze avvengono nelle mura domestiche. E gli effetti devastanti psicologicamente della violenza assistita generano quasi sempre violenze nell’adulto futuro.
Il Convegno in Basilicata è stato il primo di una serie di eventi, programmati in regione, per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno della violenza domestica.